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Crescere bambini “dormiglioni”

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Parlando della questione “sonno“, si fa spesso riferimento a due correnti di pensiero: quelli che preferiscono non lasciar piangere i propri figli e accettano di buon grado la tecnica del co-sleeping, e dall’altro lato quelli invece che pensano che un po’ di pianto controllato non sia deleterio.
In realtà  esistono diversi accorgimenti che possono applicarsi se rientri in quell’ampio gruppo di genitori che non se la sente di far piangere i propri figli, ma allo stesso tempo ha la vitale necessità  di dormire senza averli nel letto o doversi alzare in continuazione durante la notte per calmarli. Io rientro in questa categoria: se non dormo la notte, di giorno sono estremamente pericolosa.
Il dottor Harvey Karp, medico pediatra americano, propone alcune soluzioni che si possono attuare partendo da quando il bimbo è neonato.

 

Il rumore di sottofondo e il risveglio prima di dormire ““ neonati-

Hai finito di allattarlo e lui si è addormentato tra le tue braccia. Come un ninja lo metti nel lettino, assaporando la libertà  che stai per ottenere e lui che fa? Si sveglia, ovviamente.
àˆ una cosa normale: il latte materno ha un effetto calmante e “soporifero”, unito poi al calore del tuo corpo è un mix micidiale, il pupo non ha scampo e si appisola. Ma non si tratta di un vero e proprio sonno. Come fare allora?

Il dottor Karp consiglia di utilizzare come sottofondo, mentre si allatta il piccolo, un rumore continuo e ripetuto, come il banale “shhh” che si emette per calmare il proprio bimbo. Questo perché per nove mesi i feti sono rimasti in un ambiente caldo, avvolgente, in quasi costante movimento e circondati da tutta una serie di rumori di sottofondo, fatti dallo scorrere del sangue materno, dal suo battito cardiaco e dai rumori dell’apparato digerente. Tutto ciò contraddice totalmente l’idea che quando un neonato dorme, si deve fare silenzio assoluto! Il ripetere costantemente “shh shh”, invece, ricreerebbe un ambiente simile a quello in cui sono cresciuti nel periodo della gestazione. Potrebbe essere anche il suono di una radio non sintonizzata o qualche altro rumore ripetitivo e monotono di sottofondo: quando hai individuato quello che il piccolo gradisce di più, puoi farne un CD, la personale compilation del tuo bebè!

A questo si può associare un’altra accortezza: verso la fine della poppata, quando il piccolo “ubriaco di latte”, ha chiuso gli occhietti, tu…lo svegli. Si, lo so cosa stai pensando…che sono pazza. E invece il dottor Karp consiglia di svegliare dall’intorpidimento da latte e di mettere il piccolo nel lettino quando è sveglio. Senza mai smettere con il  “shh shh”, dargli piccole paccehttine sulla schiena, cullandolo dolcemente per qualche istante e poi lascia la stanza. Ripetere il tutto se al tuo allontanarsi, il piccolo ricomincia a piangere.

Metterlo nel lettino da sveglio è il primo passo per abituarlo ad addormentarsi da solo ma ci vuole pazienza e costanza.

 

Lo spuntino di mezzanotte ““ da neonato a 3 mesi ““

I risvegli notturni del bimbo allattato al seno, si sa, sono frequenti, più frequenti in media rispetto a quelli dei bambini allattati con latte artificiale.
Il dottor Karp propone due azioni che una mamma che allatta può mettere in pratica per abituare il piccolo a dormire per periodi di tempo sempre più lunghi di notte, senza fargli mancare, ovviamente, il nutrimento corretto.

Prima di tutto consiglia di allattare con una frequenza maggiore di giorno: arriva a proporre, per i neonati anche ogni ora e mezza o due.

Di notte poi, verso le 10-11, se il piccolo sta dormendo, Karp consiglia di svegliarlo e di allattarlo per fare in modo che il suo pancino sia pieno e possa tirare più a lungo nella seconda parte della notte: questo ha senso per i bimbi che dall’ultima poppata serale, fanno una prima lunga nanna di 4/5 ore (ma i bimbi di 3 mesi dormono anche 6 ore di fila) prima di svegliarsi verso le 12/1 del mattino. Interrompere la lunga pausa di digiuno prima della mezzanotte, pare che favorisca una nanna più lunga anche nella seconda parte della notte, quindi dalle 11 fino alle prime luci dell’alba.

 

Addormentarsi velocemente ““ bambini dai due anni in su- 

Creare un rito della buona notte fatto di storie raccontate e ninna nanne cantate, è un’ottima cosa. Però alcuni bambini hanno la tendenza ad “abusare” del rito stesso e di trascinarlo a lungo pur di non dormire.
“Ancora un libro!”, “Un’altra ninna nanna!”…come si può fare?
Il dottor Karp consiglia di insegnare e addestrare la “pazienza”nei bambini sopra i due anni, sempre sfruttando il rumore di sottofondo che può anche essere una musica non troppo complessa però. Al momento della storia della buona notte, la musica deve essere già  in sottofondo. Dopo che si è letto il libro, si dice al piccolo “Aspetta un attimo, la mamma ha dimenticato una cosa di la’, arriva subito”, e si lascia la stanza per pochi secondi, 5/10 non di più. Poi si torna e si riprende con un altro libro o una ninna nanna. Dopo poco si ripete il trucco, magari senza dare eccessive spiegazioni e si sta fuori 10/15 minuti. Si può arrivare anche ad un terzo round se il piccolo ancora non capitola, ma questa volta si aspetta un minuto intero prima di rientrare. Ogni sera la stessa routine, allungando di poco i tempi di volta in volta.
Ricordati però, ogni volta che rientri nella stanza, di complimentarti con il tuo piccolino per la bravura con cui ha aspettato pazientemente.

Se per caso il tuo uscire dalla stanza causa pianto, allora potresti semplicemente stare nella stanza ma con la scusa di sistemare qualcosa nell’armadio, allontanarti dal lettino dicendo comunque “Aspetta un attimo, mamma/papà  arriva subito”. E poi gradualmente uscire dalla stanza.
Anche qui ci vuole molta pazienza e soprattutto gradualità .

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